I Volti Nuovi del Gruppo, Davide Gabburo: “Lavorerò per la squadra, che rimpianto con Moscon…”

Continuiamo a scoprire i Volti Nuovi del Gruppo di questa stagione ciclistica. Attraverso questa rubrica andremo a presentare i corridori italiani che si affacciano quest’anno tra i professionisti. Quest’oggi conosciamo Davide Gabburo, classe ’93 approdato alla Neri Sottoli-Selle Italia-KTM nel corso di questa sessione di ciclomercato. Il veneto ha corso nel 2018 con la divisa della Amore&Vita-Prodir, formazione Continental con la quale ha avuto l’opportunità di partecipare a classiche italiane di rilievo, come il Trofeo Laigueglia, Trofeo Matteotti e Tre Valli Varesine. A 26 anni da compiere il prossimo primo aprile, il neopro ha la possibilità di compiere il definitivo salto di qualità e provare a ritagliarsi il suo spazio tra i grandi.

Come ti sei avvicinato al ciclismo?
La mia famiglia è sempre stata molto legata al ciclismo. Mio papà e mio zio hanno corso, poi anche mio fratello e mia sorella. Era ormai una tradizione di famiglia. Ho iniziato a correre all’età di sette anni in G2. All’inizio ovviamente per me era un gioco, mi divertivo. Da juniores in poi ha iniziato a diventare una passione e poi un lavoro.

Descriviti ai nostri lettori. Che tipo di corridore sei?
Mi difendo bene nei percorsi misti e sono abbastanza veloce nei gruppetti ristretti. Più o meno mi difendo bene su tutti i tipi di percorsi, forse non sono esattamente uno scalatore. Riesco a rendere al meglio su percorsi ondulati.

Qual è stato in questi primi mesi il tuo impatto con il professionismo?
Mi trovo veramente bene in questa squadra e in questa nuova realtà. È davvero un bel gruppo. Si vede completamente il salto di categoria, una squadra Professional cura tutti i minimi dettagli e non trascura niente.

Cosa ti ha colpito di questi primi mesi?
La tranquillità con cui si lavora, si può lavorare serenamente e senza alcuna pressione. Questo mi ha colpito tanto.

Conosci già il tuo programma delle corse in questa stagione?
Ora come ora so soltanto che inizio al Trofeo Laigueglia, in programma il 17 febbraio. Poi metteremo giù il calendario completo in maniera approfondita e vedremo a quali corse parteciperò.

Qual è il tuo obiettivo per il 2019?
Sinceramente non ho grandi obiettivi personali. Il mio più importante sarà senza dubbio mettermi al servizio della squadra, voglio dare una grande mano al team e ai capitani, rendermi utile.

Nella tua carriera finora, qual è stato il momento migliore? Hai qualche rimpianto?
Non c’è stato un momento clou quando sono stati nei dilettanti. Ci sono stati dei momenti dubbi, questo senza dubbio. Nel secondo anno da dilettanti ho passato un periodo difficile, nel terzo avevo firmato con la Ceramica Flaminia-Fondriest, che poi ha dovuto chiudere. Un altro rimpianto è la mancata vittoria al campionato italiano Under 23 nel 2015, al quarto anno da dilettante. Poi mi sarebbe piaciuto passare al quarto anno da dilettante, ma non sono riuscito. Ci sono tante cose che speravo mi andassero bene ma non sono andate come previsto. Ora sono felice, sono riuscito ad avverare il mio sogno. Penso che sia il sogno di tutti quelli che corrono nel ciclismo arrivare al professionismo. Sono felice, ora sono qui e ce la metterò tutta.

Quel campionato italiano Under 23 avrebbe potuto cambiare la tua carriera?
Io penso che molto probabilmente sarei diventato professionista prima. In un campionato italiano se arrivi secondo non ti calcola nessuno, conta solamente la maglia. Quando sono arrivato dietro a Moscon, lui era già sicuro di passare tra i professionisti, ma a me avrebbe potuto fare la differenza. Probabilmente mi sarei ritagliato uno spazio in più, avrei avuto maggiore visibilità.

Quali sono le tue corse preferite?
Già il Laigueglia è una bella gara, il percorso è duro ma non durissimo. Io sono sereno e vado lì per aiutare la mia nuova squadra. Mi piacerebbe correre Strade Bianche e Milano – Sanremo, sono gare che ogni ciclista sogna. Hanno salite non troppo lunghe, sono adatte alle mie caratteristiche. Tra i Grand Tour preferisco il Giro d’Italia, mentre nelle corse a tappe direi la Tirreno – Adriatico.

Come ti sei trovato nel gruppo della Neri Sottoli-Selle Italia-KTM?
Sinceramente abbiamo davvero un bel gruppo. Siamo tutti affiatati, vicini, tranquilli. Non conoscevo Visconti prima di venire qui, è veramente una grande persona. Ma mi trovo davvero bene con tutti. Comunque ci conoscevamo tra i dilettanti. È veramente un bel gruppo, è importante ed è più facile mettersi a servizio dei propri compagni se c’è sintonia e non ci sono litigi.

Si percepisce il ruolo di leader di Visconti all’interno della squadra?
Assolutamente sì. Noi lo consideriamo il nostro capitano. Poi è davvero un’ottima persona, si fa voler bene da tutti. Per un neoprofessionista è fondamentale avere in squadra un corridore con la sua esperienza, ti può dare tantissimi consigli importantissimi.

Come commenti la scelta di RCS di non assegnare la Wild Card del Giro d’Italia 2019 alla Neri Sottoli-Selle Italia-KTM?
Un po’ di amarezza c’è. Rimanere fuori dal Giro d’Italia non può che portare delusione nella nostra squadra, è inevitabile. Però abbiamo ricevuto l’invito alla Milano – Sanremo e alla Tirreno – Adriatico; sono gare prestigiose e per noi significa molto. Sapremo difenderci molto bene anche lì. Di sicuro tireremo fuori i denti per difenderci e lottare ancora più di prima.

La squadra come ha accolto la notizia? Era più la delusione per la notizia o la voglia di dimostrare che avreste meritato più spazio?
Noi siamo ancora più forti di prima. Ce la metteremo tutta e dimostreremo che avremmo meritato quel posto. Siamo un gruppo solido e forte, ci impegneremo al massimo per far vedere che hanno sbagliato a lasciarci fuori.

Cosa ti auguri per questa stagione?
Prima di tutto spero di non avere problemi come cadute o infortuni. Spero soprattutto di aiutare la squadra, non ho nessuna pressione. Voglio solo essere utile. A livello personale mi piacerebbe provare qualche fuga. Poi se avrò la possibilità di fare risultato e la squadra mi darà carta bianca ci proverò.

Hai parlato con Scinto e gli altri DS? Cosa ti hanno detto?
Scinto mi ha detto: “So che ti piace andare in fuga e non ne sbagli tante. Quest’anno bisognerà provare ad andare in fuga spesso”. A me ovviamente va bene, ci proverò. Anche Scinto è una grande persona e un uomo di grande esperienza nel mondo del ciclismo.

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